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Quote estere alla prova del tax rate

Pubblicato il 04 giugno 2018 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi

Una delle operazioni aziendali che vanno attentamente valutate nel calcolo della fiscalità per l’esercizio 2017 è la cessione di partecipazioni detenute in società residenti all’estero e controllate da una società italiana che, in quanto soggetto di cui all’articolo 73, Tuir, le detiene a titolo di impresa. Se dalla cessione emerge una plusvalenza occorre valutare la sussistenza dei requisiti per l’applicazione della Pex (esenzione fiscale delle plusvalenze), e tra questi in modo particolare va verificato se la partecipata risiede in un Paese a fiscalità privilegiata, elemento essenziale per applicare la detassazione da participation exemption. La tematica della individuazione dei Paesi a fiscalità privilegiata ha subìto una significativa modifica a far data dall’esercizio 2016, quando si è passati da un elenco specifico di Paesi a una nozione generale che va esaminata caso per caso. Per eseguire il controllo del livello di tassazione nominale estero è necessario confrontare quello italiano, assumendo l’aliquota Ires vigente nel periodo d’imposta considerato (quindi per il 2017 l’aliquota è il 24%) cui sommare l’aliquota Irap nella sua modulazione ordinaria, cioè il 3,9%. Dal lato del Paese estero si assumono le speculari imposte sul reddito della società e nel caso in cui il sistema tributario estero prevedesse una tassazione con aliquota a scaglioni progressivi (simile alla nostra Irpef) sarebbe necessario individuare la media aritmetica ponderata delle aliquote.

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