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Venti rate in 5 anni per la chiusura delle liti con il Fisco

Pubblicato il 16 ottobre 2018 Il Sole 24 ore; Italia Oggi

Con il D.L. fiscale approvato ieri in CdM è prevista la definizione delle liti pendenti, degli accertamenti e dei pvc in 20 rate trimestrali. Se il contribuente nell’ultima pronuncia ha vinto in secondo grado, la lite si definisce con il pagamento di 1/5 delle maggiori impose inizialmente pretese. Per tutte le liti pendenti e potenziali la data rilevante (per la notifica dei ricorsi, degli atti impositivi) è rappresentata dall’entrata in vigore del D.L.. La definizione riguarda solo le controversie devolute alla giurisdizione tributaria in cui è parte l’Agenzia delle entrate (da notare che nelle altre definizioni vi rientrano anche gli atti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli) pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazio-ne. La somma richiesta è il valore della controversia (imposte senza sanzioni e interessi). La norma non chiarisce le modalità di calcolo per i casi di accoglimenti parziali delle impugnazioni. A parere degli autori, è probabile che in tali ipotesi sarà necessario individuare la somma relativa alla soccombenza del contribuente (per la quale è dovuta l’intera maggiore imposta), rispetto a quella relativa all’accoglimento del suo ricorso (per la quale è invece dovuta la metà ovvero 1/5 della maggiore imposta pretesa).