L’approvazione della Direttiva Atad (la Direttiva antielusiva) conferma che per le fusioni transfrontaliere la neutralità fiscale dell’operazione appare un elemento imprescindibile per la sua complessiva ottimizzazione. L’articolo 14 del decreto abroga, con decorrenza 1° gennaio 2019, il comma 6 dell’art. 179, Tuir, la disposizione sanciva le condizioni per ottenere la neutralità fiscale delle operazioni di fusione transfrontaliera, in base al principio secondo cui i componenti aziendali si considerano realizzati a valore normale qualora non confluiscano in una stabile organizzazione situata nel territorio dello Stato o ne siano successivamente distolti. In altre parole, se a seguito di una fusione transfrontaliera il compendio aziendale confluisce in una stabile organizzazione situata nel territorio dello Stato, la neutralità fiscale dell’operazione è salvaguardata. L’abrogazione di questa norma non deve far pensare a un cambio di rotta su questo tipo di operazioni, risponde soltanto a una riorganizzazione sistematica intervenuta a seguito della riscrittura di alcune norme da parte dello decreto legislativo approvato il 28 novembre. Infatti il principio di neutralità è recuperato nell’articolo 2 del decreto, che riformula integralmente l’articolo 166, Tuir in tema di imposizione in uscita.