L’intreccio tra dichiarazioni integrative a favore del contribuente e le più restrittive regole sulla compensazione dei crediti Irpef/Ires e Irap in vigore dal 2020 rendono problematico (e a volte del tutto inutile) il visto di conformità rilasciato sul modello integrativo. L’Agenzia delle entrate a Telefisco 2020 ha confermato che è obbligatorio l’inserimento nella dichiarazione del periodo d’imposta in cui è stata presentata l’integrativa del credito pregresso, al fine di ottenerne la “rigenerazione”. Di conseguenza, esso diventa un credito relativo al medesimo periodo d’imposta, soggetto, in quanto tale, alle nuove regole introdotte dall’articolo 3, D.L. 124/2019 per la compensazione in F24. Occorre distinguere, infatti, se l’errore che si corregge con la dichiarazione integrativa è un mero errore fiscale, il credito che esce dalla integrativa (di qualunque importo) è “bloccato” in attesa della liquidazione della dichiarazione ordinaria presentata per quel periodo d’imposta. A questo punto emerge l’inutilità di apporre il visto di conformità nella dichiarazione integrativa, atteso che il credito non può essere compensato direttamente nel modello F24, ma è destinato (prima) a una compensazione “interna” in dichiarazione.