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Verifica della continuità, Assonime chiama l’Oic

Pubblicato il 24 aprile 2020 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Assonime con il caso 5/2020 analizza l’impatto della pandemia da Covid-19 sui bilanci 2019 che non richiederà una rettifica dei conti 2019, in quanto di competenza dell’esercizio in corso. Di contro la Nota integrativa dovrà contenere informazioni al riguardo allorché gli eventi e i conseguenti effetti siano considerati rilevanti per l’impresa. Ampio spazio all’impatto della pandemia sul going concern, in quanto la valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività. In tale contesto attività e passività sono valutate tenendo conto della circostanza che l’impresa sia in grado di realizzare le proprie attività e soddisfare le proprie passività nel normale svolgimento della sua attività. Il Legislatore, con il Decreto Liquidità ha introdotto un particolare meccanismo per la valutazione delle voci nella prospettiva della continuità per i bilanci chiusi entro il 23 febbraio 2020 e non ancora approvati. La lettura delle norme potrebbe indurre ad assumere come riferimento per il bilancio 2019 le risultanze, in termini di going concern, del bilancio chiuso al 31 dicembre 2018. Una diversa lettura interpreta il richiamo al comma 1 come finalizzato a dare a tutti i bilanci da approvarsi dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria un riferimento temporale unitario, rappresentato dal 31 dicembre 2019, senza considerare gli eventi sopravvenuti nell’anno in corso Assonime dà atto di entrambe le interpretazioni, senza prendere posizione ma rappresentando l’opportunità che sul tema si esprima l’autorità nazionale preposta alla redazione dei principi contabili. Una posizione equilibrata e del tutto condivisibile data la necessità di fornire certezza alle imprese e favorire comportamenti uniformi.

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