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Anche con Cig a zero ore l’Uniemens va inviato

Pubblicato il 28 aprile 2020 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Le aziende che, per tutti i lavoratori, hanno chiesto la Cigo, la Cigd o l'assegno ordinario del Fis a pagamento diretto Inps per l'intero mese, non devono chiedere la sospensione della posizione contributiva in relazione al periodo in cui opera il trattamento, bensì continuare a trasmettere il flusso uniemens. Lo ha reso noto un documento dell'Ordine dei consulenti del lavoro.
L'istituto di previdenza rivede, quindi, la propria posizione rispetto a quanto precedentemente affermato. Ricordiamo, infatti, che, durante un tavolo tecnico svoltosi, alcuni giorni fa tra l'Inps e i consulenti, l'istituto aveva, tra l'altro, affermato che l'azienda, ponendo in cassa integrazione (Cigo o Fis) a zero ore tutto il personale e chiedendo il pagamento diretto della prestazione, avrebbe dovuto comunicare la sospensione dell'attività lavorativa con dipendenti e la successiva ripresa. La decisione aveva suscitato, invero, perplessità.
Ora Inps modifica il suo punto di vista, che verrà ufficializzato in un messaggio in cui si dirà che, nel periodo interessato dall'intervento della cassa con pagamento diretto per tutto il personale, il flusso uniemens va sempre trasmesso anche quando tutti i lavoratori sono sospesi a zero ore. L'azienda, dopo aver ricevuto l'autorizzazione, deve inoltrare il modello Sr41 al fine di permettere all'istituto il pagamento della Cig direttamente al dipendente.
L'obbligo della trasmissione dell'uniemens sussiste, senza alcun dubbio e senza necessità di precisazioni, in tutti i casi in cui i lavoratori sono a orario ridotto oppure quando si deve versare il Tfr alla Tesoreria ma anche quando – durante l'intervento della cassa – si devono pagare delle festività. Parimenti, nessuna perplessità nel caso in cui non tutti i lavoratori siano stati posti in cassa.
Quando non ricorrono le ipotesi descritte sembrerebbero non esserci motivi per non presentare il flusso uniemens. Per questo, in prima battuta, l'Inps ha ritenuto che si dovesse sospendere la posizione. Tuttavia, questa presunta interruzione dell'operatività aziendale è apparsa fuori dei canoni tradizionali che, invece, la prevedono ogni qualvolta l'azienda blocchi effettivamente, per un periodo non determinato, la propria attività di impresa.
Conseguentemente, deve essere considerata sospesa l'azienda che prosegue l'attività senza personale soggetto alle norme assicurative e previdenziali. Non è certamente il caso del ricorso alla Cig per l'intero mese, anche se la prestazione la corrisponde direttamente l'Inps stante, peraltro, la continuità dei rapporti di lavoro.
Per questo motivo, in uniemens si deve utilizzare il codice LAVSTAT NR00, con lo scopo di identificare il lavoratore che si trova nella condizione sopra descritta. L'inserimento del codice deve avvenire senza l'indicazione delle settimane e di evento figurativo. Diversamente, se i periodi di integrazione salariale a pagamento diretto interessano una frazione di mese, il flusso dovrà essere compilato con le consuete modalità con riferimento esclusivamente al periodo non interessato dalla cassa.
Durante il recente confronto l'Inps ha anche risposto a una serie di domande incentrate sulla redazione del modello Sr41 per cui continuano a sorgere problemi e si configura come un adempimento complesso e non in linea con l'emergenza Covid-19. Basti pensare al fatto che il file che deve essere inviato all'Inps si ottiene trasformandone un altro, prodotto dal programma paghe. Per fare questa metamorfosi si utilizza un software messo a disposizione dall'istituto che, secondo quest'ultimo, non è soggetto a manutenzione.
Comunque, sta di fatto che la Cig a pagamento diretto è ancora al palo e forse uno snellimento di questa fase finale (per esempio prevedendo l'invio di un più semplice formato in Excel o Csv) avrebbe consentito di recuperare il tempo perso.

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