Firmato il decreto attuativo del Piano transizione 4.0 previsto per il solo 2020 dall’articolo 1, commi 198-209, L. 160/2019 che ha introdotto 3 diversi crediti d’imposta (ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e altre attività innovative), con natura volumetrica (e non più incrementale) e con il riconoscimento di percentuali e tetti massimi diversi a seconda dell’area di attività svolta. Gli scopi del decreto Mise, di cui si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dovrebbero essere quelli di consentire alle imprese di terminare gli investimenti iniziati in anni precedenti al 2020 e di programmare gli investimenti del 2020 con maggiori certezze sul piano operativo e interpretative, nonché di definire le modalità attuative del nuovo credito d’imposta. Dal Decreto le imprese si aspettano chiare indicazioni su almeno tre aspetti e precisamente: i criteri tecnici per la identificazione e classificazione delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e innovazione estetica ammissibili al credito d’imposta, l’individuazione, nell’ambito delle attività di innovazione tecnologica, degli obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica rilevanti per la maggiorazione dell’aliquota del credito d’imposta, i criteri di determinazione e di imputazione temporale delle spese ammissibili e in materia di oneri documentali.