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Nelle controversie internazionali una spinta alle intese con il Fisco

Pubblicato il 12 dicembre 2020 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Gli strumenti internazionali di risoluzione delle controversie fiscali vengono sempre più considerati un’alternativa a quelli domestici. La nuova procedura amichevole di cui al D.Lgs. 49/2020 (di cui sono state pubblicate le modalità operative di accesso il 16/12/2020 a cura dell’Ag. EE.), attuativo della Direttiva UE/1852/2017, si aggiunge alla costante evoluzione di istituti già noti come la Map (Mutual Agreement Procedure da Trattato e arbitrale) e, ancorché precedenti al manifestarsi della pretesa, gli Apa (Advance Pricing Agreement). La finalità è l’eliminazione della doppia imposizione creata da contestazioni delle Autorità fiscali, che insistono soprattutto, ma non solo, sul transfer pricing. La Map “convenzionale” prevista nei trattati contro le doppie imposizioni consiste in una procedura volta alla conclusione di un accordo tra le autorità competenti degli Stati contraenti nei casi di doppia imposizione giuridica o economica, ovvero nei casi in cui il trattamento impositivo applicato risulti comunque contrario alle norme convenzionali, a prescindere dall’utilizzo da parte del contribuente degli istituti giudiziali o stragiudiziali domestici. Ancorché agiscano più sul piano della prevenzione delle controversie, occorre menzionare anche gli Apa, ossia accordi tra contribuente e Fisco in tema di metodi di calcolo del transfer pricing. 


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