Sgravi contributivi per favorire l’assunzione di giovani e donne, le due fasce deboli del mercato del lavoro. Insieme ad una nuova proroga di 12 settimane della cassa integrazione per l’emergenza Covid, che diventa non onerosa per le aziende. Fino al 31 marzo prosegue il blocco dei licenziamenti, mentre si abbassa a 250 dipendenti la soglia aziendale per favorire i prepensionamenti con il contratto d’espansione.
È piuttosto nutrito il pacchetto di misure sul lavoro nella manovra che ha subito modifiche nell’esame parlamentare: il Fondo per le politiche attive da 500 milioni, si è sdoppiato. Per il 2021 con 233 milioni si finanzia il nuovo programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” (Gol), per la presa in carico finalizzata all’inserimento occupazionale. Con un decreto del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia, previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, sono individuate le prestazioni e le procedure. Mentre 267 milioni sono destinati all’assegno di ricollocazione, oggi riservato ai percettori del reddito di cittadinanza, esteso ai disoccupati che percepiscono Naspi e Discoll da oltre 4 mesi, ai cassintegrati per cessazione d’attività, o in Cigs. Sul tema è intervenuto ieri il premier Giuseppe Conte: «Sulle politiche attive del lavoro dobbiamo intervenire di più, e la ministra Catalfo ci sta già lavorando, perché a fine marzo ci sarà un problema». Fino al 31 marzo 2021, infatti, la legge di Bilancio ha prorogato il blocco dei licenziamenti, con l’eccezione per gli esodi incentivati, frutto di accordo aziendale con i sindacati più rappresentativi a livello nazionale, o in caso di cessazione d’attività dell’impresa, o di fallimento. Sempre fino al 31 marzo resta la deroga alle causali del decreto Dignità per i contratti a termine.
Tornando agli incentivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le stabilizzazioni dei contratti a tempo determinato: nel biennio 2021-22 i giovani che non abbiano compiuto il trentaseiesimo anno, se assunti si portano in dote l’esonero contributivo fino a tre anni, nel limite di 6mila euro d’importo annuo. La durata diventa di 4 anni per le aziende con sede in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. L’esonero al 100% è riconosciuto anche alle assunzioni di lavoratrici (disoccupate da almeno 24 mesi e senza lavoro al Sud) effettuate nel biennio, sempre nel limite di 6mila euro, a condizione che vi sia un incremento occupazionale netto. Inoltre è incrementato di 50 milioni il Fondo per il sostegno delle misure organizzative adottate dalle imprese per favorire il rientro al lavoro delle madri dopo il parto.
La manovra che per i lavoratori dipendenti stabilizza il taglio del cuneo fiscale per i redditi tra 28mila e 40mila euro (in scadenza a fine anno), introduce anche due importanti novità per il lavoro autonomo. Viene istituito un fondo per l’esonero dai contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni previdenziali Inps e dai professionisti iscritti alle forme obbligatorie di previdenza con una dotazione di 1 miliardo di euro per 2021. A condizione che abbiano percepito nel 2019 un reddito fino a 50mila euro e abbiano subìto un calo del fatturato nel 2020 di almeno il 33%. Viene anche creato un ammortizzatore ad hoc per il triennio 2021-2023, l’Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), per i professionisti non ordinistici e gli autonomi iscritti alla Gestione separata: sarà erogato dall’Inps per 6 mensilità da 250 euro a 800 euro mensili. A condizione di avere un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla domanda, inferiore al 50% della media ei redditi dei tre anni precedenti, e avere dichiarato un reddito entro 8.145 euro.
Sempre in tema di ammortizzatori, viene confermata la proroga della Cig per l’emergenza Covid di 12 settimane (gratuita per le imprese), che devono essere collocate tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di cassa integrazione ordinaria, e tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2021 per l’assegno ordinario e la cassa integrazione in deroga. Ai datori di lavoro privati, con esclusione di quelli del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di Cig Covid, è riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un massimo di 8 settimane, fruibili entro il 31 marzo 2021.
Novità per il rientro dei cervelli: il bonus fiscale si estende ai soggetti che hanno trasferito la residenza in Italia prima del 2020. Quanto al contratto d’espansione per l’uscita dei lavoratori che si trovano a 5 anni dalla pensione di vecchiaia o anticipata: si abbassa a 250 dipendenti il limite che già era sceso a 500 dipendenti. Per le imprese con oltre mille dipendenti che si impegnino ad effettuare almeno un’assunzione per ogni tre uscite, la riduzione dei versamenti si allunga di 12 mesi (oltre i 24 mesi previsti).