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Capitalizzazione, cancellato il credito d’imposta ai soci

Pubblicato il 23 gennaio 2021 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

L’intervento per il rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni, previsto dall’articolo 26, D.L. 34/2020, per rispondere agli effetti della crisi pandemica, è stato potenziato dalla Legge di Bilancio 2021. Tuttavia, una tecnica legislativa di non semplice declinazione unitamente a dei conteggi eccessivamente articolati suscitano parecchie perplessità. Le società potenzialmente interessate sono le società di capitali e le cooperative, ad eccezione dei soggetti di cui all’articolo 162-bis, Tuir e delle imprese assicurative, con ricavi 2019 da 5 a 50 milioni di euro, senza considerare l’infragruppo. Le stesse devono poi aver subito, a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nei mesi di marzo e aprile 2020, una riduzione complessiva dell’ammontare dei ricavi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in misura non inferiore al 33%. Per gli aumenti di capitale a pagamento effettuati dal 19 maggio 2020 al 31 dicembre 2020 al socio spetta un credito d’imposta pari al 20%. Lo stesso si applica su un importo massimo di 2 milioni di euro e comporta un obbligo di detenzione della partecipazione e di non distribuzione delle riserve fino al 2023 ed è escluso nei rapporti societari di controllo (diretto e indiretto) e di collegamento. Per il credito d’imposta per le società la Legge di Bilancio 2021 ne amplia il novero per ricomprendere da un lato le società non sottoposte o ammesse a procedura concorsuale e comunque non in difficoltà al 31 dicembre 2019, dall’altro quelle ammesse successivamente a tale data al concordato preventivo con continuità aziendale, purché il decreto di omologa sia stato già adottato alla data di presentazione dell’istanza di cui al comma 17 ovvero alla data di approvazione del bilancio di cui al comma 8 e che si trovano in situazione di regolarità contributiva e fiscale all’interno dei piani di rientro e rateizzazione.

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