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Rivalutazione dei marchi, Agenzie territoriali divise

Pubblicato il 23 marzo 2021 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Una chiusura dei bilanci all’insegna dell’incertezza. Resta la grande incognita legata ai riallineamenti e alla rivalutazione dei beni immateriali. La questione riguarda più nello specifico la possibilità di rivalutare i beni immateriali (come, tra gli altri, marchi e know how) non iscritti nello stato patrimoniale. Nell’attesa di una posizione a livello centrale dell’Agenzia delle entrate, aveva lasciato ben sperare gli addetti ai lavori la risposta a interpello 904-2406/2020 della DRE Lombardia che aveva aperto alla rivalutazione del know how aziendale. A questa posizione ora invece si contrappone la DRE del Veneto che, nella risposta all’interpello n. 907-1726/2020, ha chiuso le porte alla rivalutazione dei marchi autoprodotti che ritiene di «non poter ammettere la rivalutazione se i beni immateriali non sono mai stati iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale». Secondo la linea di pensiero della DRE Veneto, «non si ritiene pertanto possibile riconoscere agli stessi un “valore fiscale” oggetto di potenziale rivalutazione» in quanto si tratta di «asset che, ancorché giuridicamente tutelati, non corrispondono a una specifica appostazione contabile nello stato patrimoniale dell’impresa, nei termini richiesti dall’articolo 110, D.L. 104/2020 e dalle altre norme, primarie e secondarie, cui tale articolo fa richiamo». E la posizione è negativa anche sulla possibilità di far confluire la rivalutazione dei marchi autoprodotti in quella di beni con valore unitario inferiore a 516,46 euro in quanto «disposizione espressamente rivolta e limitata ai beni materiali ammortizzabili».

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