L’Agenzia delle entrate, con la risposta a interpello n. 590/E/2021, ha chiarito che ai fini ella verifica per le retribuzioni convenzionali, lo svolgimento in Italia dell’attività lavorativa in smart working comporta la presenza fisica della dipendente nel nostro Paese e, conseguentemente, il mancato rispetto della condizione richiesta dal Legislatore nell’ipotesi in cui nell’arco di 12 mesi soggiorni in Italia per un periodo pari o superiore 183 giorni.