A pochi giorni dall’entrata in vigore l’Esecutivo è già al lavoro per disciplinare il regime transitorio per chi ha indicato in bilancio e ha già tenuto conto nei versamenti d’imposta del “vecchio” regime del Patent Box.
Inoltre, il provvedimento in corso di stesura ha ad oggetto anche la riformulazione del nuovo regime, considerato meno agevolativo rispetto al precedente, principalmente per le seguenti implicazioni:
- eliminazione del cumulo del beneficio tra credito d’imposta R&S e Patent box che era stato accolto con estremo favore dalle imprese anche estere che investono in Italia
- con la nuova disciplina il vero beneficio è solo per chi tipicamente investe rilevanti risorse finanziarie in R&S. Resta tagliata fuori la stragrande maggioranza di tutte le Pmi che in Italia sviluppano Ip ma senza ingenti investimenti in R&S; il vecchio Patent box, infatti, consentiva una detassazione del 50% sull’extra reddito attribuibile agli Ip anche senza la necessità di sostenere rilevanti costi di ricerca e manutenzione ogni anno. Era un beneficio che dava un respiro finanziario a queste imprese e valorizzava un patrimonio di Ip soprattutto know how
- reinserimento dell’agevolazione Patent box anche per i marchi d’impresa che tuttavia parametrata ai costi R&S, potrebbe non essere particolarmente interessante, salvo sostenere dispendiose campagne pubblicitarie mirate
- il vecchio Patent box era insieme a Industria 4.0 tra le agevolazioni fiscali più apprezzate in Italia e all’estero, in quanto la presenza di Ip nei vari Stati è uno dei presupposti rilevanti per la localizzazione dei redditi
- riduzione/eliminazione di agevolazioni in corso di efficacia che creeranno certamente problemi ai business plan delle imprese, sia lato economico, sia lato finanziario.