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I Consulenti del Lavoro chiedono sanzioni più leggere sui contributi omessi

Pubblicato il 27 maggio 2022 Il Sole 24 Ore; Eurocoference; Seac;

Modificare la normativa attualmente in vigore relativa al mancato versamento delle ritenute previdenziale, prevedendo di applicare una sanzione amministrativa pari a tre volte le somme dovute se queste sono comprese tra 1 e 5.000,00 euro. Questa la proposta elaborata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e oggetto di una lettera inviata dalla Presidente, Marina Calderone, al Ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’azione dei Consulenti nasce a fronte del fatto che l’Inps, dallo scorso mese di dicembre, sta inviando migliaia di ordinanze ingiunzione in applicazione dell’articolo 3, comma 6, D. Lgs. n. 8/2016. In particolare, per omissioni contributive fino 10.000,00 euro all’anno, scatta una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000,00 a 50.000,00 euro. Nella Circolare n. 121/2016 Inps ha previsto che, in caso di mancato versamento del petitum scatti la notifica dell’accertamento della violazione, a fronte della quale il datore di lavoro dispone di tre mesi per versare le ritenute omesse. Se quest’ultimo non effettua il pagamento, entro i successivi 30 giorni, può versare la sanzione amministrativa ridotta che è pari a un terzo del massimo o, se più favorevole, al doppio del minimo. La sanzione minima quindi a fronte di mancati versamenti anche di poche centinaia di euro è pari ad 16.666,00 euro.

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Versamento delle ritenute operate a maggio per redditi di lavoro autonomo (codice tributo 1040).