Sono 9 gli indicatori che l’Agenzia delle entrate sta utilizzando per identificare le imprese che hanno fruito, in maniera anomala, del credito d’imposta per investimenti in attività di R&S, previsto dall’articolo 3, D.L. 145/2013 e successive modificazioni. La comunicazione evidenzia gli importi utilizzati e informa che «dai controlli sino a oggi effettuati in relazione al suddetto credito di imposta è emerso che, in molti casi, i contribuenti hanno considerato agevolabili investimenti non qualificabili, in base ai requisiti richiesti dal “manuale di Frascati” dell’Ocse, come attività di ricerca e sviluppo». Continua informando che, qualora il richiedente abbia erroneamente usufruito dell’agevolazione, potrà regolarizzare la posizione attraverso la speciale procedura che consente, in relazione al credito ricerca e sviluppo utilizzato in compensazione fino al 22 ottobre 2021 e maturato nei periodi d’imposta dal 2015 al 2019, di effettuare il riversamento degli importi indebitamente fruiti, senza applicazione di sanzioni e interessi (articolo 5, commi da 7 a 12, D.L. 146/2021). Questo può essere fatto mediante invio all’Agenzia delle entrate del modello di «richiesta di accesso alla procedura di riversamento del credito di imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo», entro il 30 settembre 2022.