Notizia

Riserve in sospensione, la sostitutiva al 10% rilancia l’affrancamento

Pubblicato il 13 maggio 2024 SOLE 24ORE, EUTEKNE

La bozza di decreto di riforma su Irpef e Ires approvata in prima lettura dal Consiglio dei ministri del 30 aprile contiene una disposizione che il mondo delle imprese aveva richiesto invano nell’ambito delle scorse leggi di Bilancio: la possibilità di affrancare con un’imposta sostitutiva le riserve in sospensione già presenti nei bilanci, in particolare (ma non solo) quelle legate alle varie leggi di rivalutazione.
L’articolo 14 della bozza dispone che «i saldi attivi di rivalutazione, le riserve e i fondi, in sospensione di imposta, esistenti nel bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023, che residuano al termine dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024» possono essere affrancati, anche solo parzialmente, con l’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’Irap del 10 per cento. Tale imposta, liquidata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024, va pagata obbligatoriamente in quattro rate di pari importo, in corrispondenza del versamento dei saldi d’imposta dal 2024 in poi.
La misura della sostitutiva è analoga a quella con cui era possibile affrancare le riserve all’atto della loro iscrizione in occasione delle ultime leggi di rivalutazione (e solo in quel momento): opzione raramente sfruttata dalle imprese, che vedevano in questo pagamento un onere certo a fronte di un vantaggio incerto e, comunque, non di breve periodo. Infatti, le riserve di rivalutazione non sono soggette a imposizione in caso di utilizzo per copertura perdite (anche se civilisticamente sorge l’obbligo del ripristino, salva delibera di riduzione assunta con assemblea straordinaria), e scontano le imposte sui redditi (sia sulla società che sui soci) solo in caso di distribuzione. Inoltre, correggendo l’impostazione tenuta in passato, l’Agenzia, con la circolare 6/E/2022 (paragrafo 3), ha riconosciuto la non imponibilità di una riserva in sospensione “scomparsa” dal bilancio a seguito di fusione con disavanzo o, comunque, in assenza di un avanzo capiente.
Nel corso del tempo le imprese si sono accorte che quella che inizialmente sembrava una buona scelta non lo è più nel medio/lungo periodo, ossia quando, per i più diversi motivi (esigenze dei soci, liquidazione, eccetera), si prospetta la distribuzione della riserva non affrancata con un carico fiscale che somma l’Ires sulla società con l’imposizione del dividendo in capo al socio. 
Dovrebbe essere definitivamente chiaro che l’importo della riserva da affrancare è quello al netto e non al lordo dell’imposta versata sulla rivalutazione e imputata a decurtazione della riserva stessa (circolare 6/E/2022, par. 4.7, che finalmente accoglie le massime della Cassazione), al contrario di quanto avviene ordinariamente all’atto della distribuzione.
Non sono interessate dal provvedimento le imprese che hanno realizzato la rivalutazione solo contabile, senza rilevanza fiscale, e quelle che erano in contabilità semplificata al momento della rivalutazione.

Prossime scadenze

Calendario
Scadenza del 16 dicembre 2024
Iva Liquidazione mensile

Liquidazione IVA riferita al mese di novembre e versamento dell’imposta dovuta.

Scadenza del 16 dicembre 2024
Irpef Ritenute alla fonte redditi di lavoro dipendente e assimilati

Versamento delle ritenute operate a novembre relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati (collaboratori coordinati e continuativi – codice tributo 1001).

Scadenza del 16 dicembre 2024
Irpef Ritenute alla fonte redditi di lavoro autonomo

Versamento delle ritenute operate a novembre per redditi di lavoro autonomo (codice tributo 1040).

Scadenza del 16 dicembre 2024
Ritenute alla fonte condomini

Versamento delle ritenute (4%) operate a novembre da parte dei condomini per le prestazioni derivanti da contratti d’appalto / d’opera effettuate nell’esercizio di impresa ...