L'ANC è intervenuta sulla discussa norma, contemplata dall'art. 112 del Ddl. di bilancio 2025, che impone la presenza di un rappresentante del MEF negli organi di controllo delle imprese che percepiscono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi da parte dello Stato di entità significativa. La disposizione dovrà necessariamente essere integrata da un DPCM che, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di bilancio (quindi entro fine marzo), andrà a stabilire la soglia minima di contributo (che in sede di prima applicazione il livello di significatività del contributo statale è stabilito nell'importo di 100.000 euro annui) oltre la quale scatterà l'obbligo di integrare il Collegio con un rappresentante ministeriale.
L'obbligo decorre dalla prima scadenza del Collegio successiva all'esercizio in cui il contributo ricevuto dallo Stato supera il limite, e verrà meno alla prima scadenza del collegio successiva all'esercizio in cui il contributo sarà tornato sottosoglia.
Secondo Marco Cuchel, Presidente dell'ANC, sono diversi gli aspetti della disposizione che destano "perplessità". Uno riguarda "l'autonomia delle società, le quali possono evidentemente percepire il provvedimento come un'ingerenza nella loro sfera gestionale, inoltre c'è un aspetto economico da non sottovalutare, considerato che il costo del compenso del revisore nominato dal MEF è previsto che sia interamente a carico delle società coinvolte".