Con la L. 15/2025, di conversione del DL 202/2024, è stato fra l'altro confermato il rinvio all'1.1.2026 della riforma del regime IVA per gli enti non profit.
Nello specifico, l'art. 3 co. 10 del DL 202/2024 (rimasto invariato nel corso dell'iter di conversione in legge) modifica l'art. 1 co. 683 della L. 234/2021, rinviando di un ulteriore anno l'efficacia delle disposizioni contenute nell'art. 5 co. 15-quater del DL 146/2021, le quali dispongono l'abolizione del regime di "decommercializzazione" IVA attualmente previsto per gli enti associativi.
Ciò implica in particolare che, per tutto il 2025, le associazioni individuate dall'art. 4 co. 4 del DPR 633/72 (es. culturali, di promozione sociale, sportive dilettantistiche) continueranno a considerare fuori campo IVA le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese dietro corrispettivi specifici o contributi supplementari qualora le stesse siano svolte:
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in conformità alle finalità istituzionali;
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a favore di soci, associati, partecipanti o di altre associazioni facenti parte della medesima organizzazione locale o nazionale (e dei relativi soci, associati, partecipanti e tesserati).
Dall'1.1.2026, invece, tali operazioni diventeranno rilevanti ai fini dell'imposta, seppure generalmente in regime di esenzione.
La proroga dell'attuale regime è stata disposta in attesa della razionalizzazione della disciplina IVA per gli enti del Terzo settore e potrebbe consentire anche l'introduzione di alcune semplificazioni.