Con la risposta ad interpello 30.4.2025 n. 126, l'Agenzia delle Entrate esamina sotto il profilo dell'imposizione indiretta il caso in cui un contribuente, imprenditore individuale, aveva affittato un ramo della sua azienda (attività di bar).
Non avendo perso la soggettività IVA, i canoni restavano soggetti ad IVA e in forza del principio di alternatività IVA-registro, l'imposta di registro era dovuta in misura fissa. Tuttavia, posto che il 75% del valore dell'azienda era costituito da un immobile, trovava applicazione la norma antielusiva di cui all'art. 35 co. 10-quater del DL 223/2006 in base alla quale, in caso di affitto di aziende il cui valore è costituito per almeno il 50% da immobili, si applicano "le disposizioni in materia di imposte indirette previste per la locazione di fabbricati se meno favorevoli".
Risultava, quindi, dovuta l'imposta di registro dell'1%, che il contribuente pagava annualmente ai sensi dell'art. 17 co. 3 del DPR 131/86, ma chiedeva all'Agenzia se ogni anno dovesse essere nuovamente corrisposta anche l'imposta fissa di registro, in forza dell'alternatività. L'Agenzia risponde negativamente, in quanto si tratta di imposta d'atto, implicitamente ammettendo la possibilità di corrispondere l'imposta di registro dell'1% sull'affitto d'azienda annualmente.