Si analizza l'operazione di cessione di partecipazioni rivalutate ex art. 5 della L. 448/2001 alla società partecipata, che acquista in tal modo azioni proprie (nel rispetto di quanto previsto dagli artt. 2367 eseguenti c.c.).L'Autore osserva che, diversamente dal caso della "cessione indiretta a sé stessi", ossia delle operazioni sostanzialmente circolari, su cui anche l'atto di indirizzo del MEF 27.2.2025 sull'abuso del diritto richiama l'attenzione, la cessione della partecipazione alla società partecipata, che acquista azioni proprie, ove non preceduta o seguita da altre, nell'ambito di un più ampio disegno unitario da valutare a quel punto caso per caso, costituisce per il socio la classica scelta "secca" tra due strumenti giuridici che l'ordinamento mette a sua disposizione. In questo contesto, si ritiene che la scelta per l'operazione che presenta il minor carico fiscale tra le due, grazie alla possibilità di avvalersi della rivalutazione ex art. 5 della L. 448/2001 senza tradirne la ratio (ossia l'effettività del realizzo del valore e del disinvestimento dalla partecipazione), risulti legittima anche sul piano fiscale, ai sensi del co. 4 dell'art. 10-bis della L. 212/2000.