Nella determinazione dei redditi finanziari riferiti alle attività non espresse in euro assume rilievo anche la fluttuazione dei cambi valutari. In sintesi:
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per i redditi di capitale (es. interessi su finanziamento), occorre determinare un flusso reddituale in valuta e convertire lo stesso in euro alla data dell'incasso;
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fanno eccezione a questa regola i proventi dei fondi comuni di investimento, per i quali l'art. 45 co. 1del TUIR prevede che siano determinati valutando le somme impiegate o affidate in gestione, nonché le somme percepite, secondo il cambio del giorno in cui le somme o i valori sono impiegati o incassati;
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per i redditi diversi di natura finanziaria, le plusvalenze sono calcolate convertendo in euro sia il costo di acquisto (al cambio storico), sia il corrispettivo di cessione (al cambio del giorno della cessione);
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per le cessioni di obbligazioni, da ultimo, ferma restando la determinazione delle plusvalenze in base alla differenza tra il corrispettivo di cessione e il costo di acquisto, l'art. 68 co. 7 lett. a) del TUIR prevede che da entrambi i termini si scomputino i redditi di capitale maturati ma non riscossi.