I redditi di una società di capitali residente in Italia – se sono detenuti da una società semplice – giungono alla persona fisica che sia socia di quest’ultima decurtati da un prelievo fiscale complessivo che può arrivare al 60,3%. Lo stesso accade al beneficiario di un trust non commerciale trasparente. Se la società semplice o il trust controllano una società localizzata in un Paese a fiscalità privilegiata, grazie al regime delle società estere controllate di cui all’articolo 167, Tuir o al credito d’imposta indiretto spettante nel caso in cui sia dimostrata l’esimente della commercialità (articolo 47, comma 4) il carico fiscale complessivo non può superare di norma la somma dell’Irpef progressiva e delle addizionali: in genere 45%, meno ancora di quello che grava sul dividendo distribuito direttamente alla persona fisica da una società italiana (46,6%). La situazione ideale è quella delle fondazioni e dei trust opachi commerciali per i quali è dovuta solo l’Ires (a volte, per le fondazioni, dimezzata) sul 5% del dividendo, senza ulteriore tassazione, perché le erogazioni eventualmente fatte da queste entità non hanno natura di dividendo. Il carico fiscale non supera, quindi, il 28,8% per le fondazioni commerciali e per i trust commerciali opachi e il 29,5% per quelli trasparenti.