La posta elettronica certificata (pec), salvo rare eccezioni, è l’unico strumento valido per la notifica di ricorsi e appelli nel processo tributario telematico. Per questo è importante conoscere i principi che ne regolano il funzionamento. I documenti da notificare tramite pec devono seguire gli stessi dettami, con riferimento alla dimensione e al formato, previsti per il deposito al Sigit. Secondo il Mef (circolare n. 1/2019), la pec dovrebbe poi contenere alcune indicazioni necessarie per consentire al destinatario di individuare con precisione la tipologia di atto notificato. Nella circolare il ministero dell’economia ha esortato gli enti impositori e della riscossione a indicare la pec cui notificare eventuali ricorsi nelle istruzioni poste sul retro dell’atto impositivo o di riscossione. Questo risponde anche alle previsioni dell’articolo 7 dello Statuto del contribuente. Per il corretto perfezionamento della notifica è indifferente che il destinatario visualizzi o meno il contenuto della pec ricevuta. È, infatti, sufficiente che il gestore del sistema delle pec renda accessibile l’atto al destinatario affinché la notifica si ritenga perfezionata. In sostanza, è sufficiente che la pec sia consegnata al gestore del servizio del destinatario, che rilascia immediata e automatica ricevuta di consegna (rac).