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Le quattro modalità per velocizzare la verifica in azienda: firmato il Dpcm

Pubblicato il 13 ottobre 2021 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi;

Sono quattro le nuove modalità di verifica del Green pass dei lavoratori che si affiancheranno alla app Verifica C19, oggi già in uso nei ristoranti e negli altri luoghi in cui è obbligatorio entrare con il certificato. A indicarle è il Dpcm, firmato ieri dal premier Mario Draghi, che aggiorna il primo decreto di giugno sul green pass. Il decreto è l’ultimo tassello mancante per rendere operativi i nuovi sistemi automatizzati di controlli del green pass che da venerdì saranno obbligatori su una platea di oltre 23 milioni di lavoratori, pubblici e privati.
Il provvedimento indica tutti i passaggi necessari per le verifiche in ingresso e inserisce tra i soggetti abilitati i datori di lavoro pubblici e privati e i dirigenti scolastici. Per semplificare i controlli, i datori di lavoro potranno interrogare la banca dati nazionale, ma con un anticipo massimo di 48 ore.
Il meccanismo ruota tutto attorno alla tessera sanitaria (Ts) e alla banca dati del green pass (piattaforma nazionale Dgc) gestita da Sogei. Ed è proprio Sogei, il braccio tecnologico del Mef, ad aver lavorato (in coordinamento con il ministero della Salute e con l’innovazione tecnologica) in questi mesi per mettere a punto i nuovi sistemi di verifica da far confluire in una sorta di “libreria digitale” pronta per dialogare con i sistemi europei. Ma anche se i sistemi sono già collaudati, difficilmente saranno accessibili già dal D-day di venerdì. Anche perché aziende ed enti pubblici dovranno prima accreditarsi (operazione non ancora possibile) e indicare quali soggetti sono delegati alle verifiche quotidiane.
In attesa di completare tutti questi passaggi, resta l’app Verifica C19 l’unico strumento di fatto utilizzabile. E nei primi giorni qundi l’obiettivo di controlli massivi e anticipati sarà difficile da centrare.
Dei 4 sistemi di verifica il più immediato, soprattutto per i datori di lavoro privati, è quello che passa per l’Inps, ancora una volta soggetto a uno “stress test “ tecnologico. In pratica le aziende, o meglio, i delegati al controllo accreditati potranno inserire in anticipo sugli accessi nel portale Inps, anche in blocco, i codici fiscali dei dipendenti da controllare e Inps “riverserà” le richieste alla piattaforma Sogei. Il vantaggio sarà nei numeri e nei tempi; le verifiche potranno essere chieste in anticipo per un gran numero di lavoratori e le risposte arriveranno, (anche nelle ore notturne) prima dell’accesso sul luogo di lavoro.
Il sistema è pensato per tutte le aziende private con più di 50 dipendenti (al di sotto di questa soglia resta Verifica C19) e per le amministrazioni pubbliche che non sono collegate a NoiPa.
Il portale NoiPa, appunto, sarà un’altra porta di accesso ai controlli per circa due milioni di dipendenti pubblici, in pratica quelli già oggi gestiti tramite questa piattaforma (molte amministrazioni centrali e qualche ente locale).
Anche in questo caso NoiPa farà da intermediario per le interrogazioni a Sogei, sempre attraverso il codice fiscale dei lavoratori e sempre con un anticipo massimo di 48 ore rispetto agli ingressi. Le pubbliche amministrazioni più grandi, con oltre mille dipendenti, su più sedi, potranno invece dialogare direttamente con la Piattaforma nazionale del green pass, ma prima dovranno stipulare una convenzione con il ministero della Salute.
L’ultima possibilità di verifica, aperta a datori di lavoro pubblici e privati, è quella del software da integrare nei tornelli. Di fatto è un controllo automatizzato del singolo green pass alle barriere di ingresso. La licenza è gratuita, ma l’installazione, naturalmente, richiede un investimento. Anche ai fini della privacy: il decreto vieta a chi sceglie questa strada di conservare le informazioni tratte dal certificato verde.

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