L’ambiente torna centrale a seguito dalla Legge costituzionale 1/2022, che ha apportato modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione. In tale prospettiva, risulta interessante, ma poco sfruttato, l'incentivo fiscale volto a ridurre l'impatto ambientale dei prodotti e dei processi aziendali ovvero il credito di imposta per l'innovazione tecnologica nell'ambito della transizione ecologica, già fruibile da tutte le imprese, sia pure in misura decrescente, dal 2020 fino al 2025 (articolo 1, commi 199 e ss. L. 160/2019, e successive proroghe ex articolo 1, comma 45, L. 234/2021). L’agevolazione sostiene con la leva finanziaria in modo trasversale tutte le imprese che effettuano investimenti innovativi preordinati a ridurre i consumi di risorse, riutilizzare, riciclare e riparare i prodotti, con priorità per quelli ad elevato impatto ambientale, come le apparecchiature elettroniche, Itc, batterie, veicoli, imballaggi, plastica, prodotti tessili, acciaio, cemento e sostanze chimiche. Il contributo pubblico, sotto forma di credito di imposta utilizzabile in compensazione nel modello unificato di pagamento F24, ricompensa il rischio di insuccesso dell'investitore inciso dai costi sostenuti per la transizione ecologica, risultando appealing per diverse ragioni.